DAYTONA 24 HOURS: UN QUARTO POSTO NELLA GRANDE CLASSICA.

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Il 2013 di Marco Frezza è cominciato con una di quelle avventure che lasciano il segno nella carriera e nella vita di qualsiasi pilota : la prima partecipazione a una delle grandi classiche dell’endurance, nella la 24 Ora di Daytona, che con la 24 Ore di Le Mans e la 12 Ore di Sebring forma il trio delle gare storiche di durata più prestigiose al mondo. Un’esperienza unica, coronata con un ottimo risultato, un 4° posto nella categoria GT, che alla fine, però, ha lasciato un po’di amaro in bocca, alla luce di quanto dimostrato in gara.

Marco era alla guida della Ferrari F458 della Scuderia Corsa, il team di Giacomo Mattioli con sede in California, dividendone il volante con altri tre piloti di primo piano come Olivier Beretta, Alessandro Pier Guidi e Alessandro Balzan. Quest’ultimo aveva qualificato la vettura in quinta posizione e ha effettuato un’ottima prima fase di gara, consentendo a Beretta di prendere il comando dopo 60 giri. La vettura è rimasta in testa durante l’intero primo stint sia di Pier Guidi che di Marco, che ha mantenuto la situazione sotto controllo con grande sangue freddo nonostante fosse al debutto nell’impegnativa gara in Florida.

Purtroppo, nella parte centrale della gara, la vettura ha avuto qualche inconveniente : dapprima un’usura eccessiva delle pastiglie dei freni, che ha motivato una breve sosta, poi la rottura di un cerchio, che ha subito causato il distacco della ruota, costringendo proprio Marco, allora alla guida, al sempre difficile e ... scintillante esercizio di completare un giro su tre ruote, cercando di perdere il minimo tempo possibile e di non provocare troppi danni. Il quartetto ha poi iniziato una bella rimonta, concludendo al quarto posto, nonostante ulteriori disavventure, quali un contatto e la conseguente penalità di 60 secondi, sempre critica a cinque ore dalla fine.

« Qualche rimpianto lo possiamo avere », era la conconclusione di Marco, « perchè durante la prima parte della gara e quasi tutta la notte, eravamo veramente la vettura più forte e siamo stati in testa per molte ore e un totale di 107 giri, ma si sa che una gara di durata è ricca di imprevisti, specie qui dove le macchine sono tante e il traffico, vista la disparità di prestazioni, un fattore complicato da gestire. Siamo passati vicini al colpaccio… Resta la felicità di un’esperienza davvero unica. Guidare sul banking di Daytona, specie di notte, è davvero un’emozione indicibile, cosiccome essere stato in testa a una prestigiosa gara come questa. E poi, c’è la magia delle gare americane, con tutta la loro coreografia… Sono davvero molto contento, e ringrazio il team per la fiducia e i meccanici per il gran lavoro che hanno fatto. Ora ho soltanto voglia di ricominciare. »